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Villa Sommi Picenardi

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Villa Sommi Picenardi è immersa nella campagna cremonese a circa 25 km da Cremona e deve il proprio nome, così come quello del Comune e alcune località limitrofe ai Sommi Picenardi, nobile e antica famiglia lombarda. Il nucleo più antico è costituito dagli edifici della parte sinistra, zona detta “il castelletto” con l’antica torre alla ghibellina di probabile origine medievale; nel 1526 tutta la proprietà passa definitivamente ad Antonio Maria Picenardi e alla sua famiglia che la manterrà fino agli anni ’50 del ‘900. Dopo aver superato il ponte levatoio, si entra nel grande cortile principale della villa, con i due grandi torrioni principali che in simmetria con gli altri situati in fondo ricordano l’antica residenza castellana a scopi di difesa; ai lati e di fronte si trovano le costruzioni principali della villa.

A sinistra le cosiddette “cappuccine basse”, interrotte al centro dalla cappella della villa, dedicata alla “Visitazione di M.V”, rimaneggiata nel 1799 con le decorazioni del pittore Sante Legnani e i due grandi affreschi dedicati alla Beata Elisabetta Picenardi. Di fronte il corpo di fabbrica principale, nonché ingresso nobile agli appartamenti e ai saloni principali della villa, ampliato nell’800 con l’aggiunta del corridoio con i tre grandi archi, su progetto di Faustino Rodi; questo locale di ordine jonico, era l’antica armeria. Di fronte alla porta d’ingresso campeggia una grande statua di Minerva con un grande stemma della famiglia Sommi Picenardi; ai lati i busti di Annibale Picenardi castellano di Pavia e di Sforza Picenardi, opere dello scultore Graziano Rusca; dalla porta sovrastata dal busto di Sforza Picenadi si entra nella serie di stanze dell’appartamento di levante detto “del giardino”.

Nell’ala a destra del cortile la prima sala fu decorata nel 1785 dal pittore Giovanni Motta, alle pareti è ornata di busti di vari dei e dee e quattro vasi modellati sempre dal Rusca; alle pareri si trovano grandi specchi, elemento che ha dato oggi il nome alla sala. Segue la sala della colonne, sontuosa e suggestiva sala per gli ospiti caratterizzata dalle due grandi colonne joniche al centro della stanza. Il locale certamente più famoso di tutta la villa Sommi Picenardi e la Bibliopinacoteca, costruita a partire dal 1817 dall’architetto Luigi Voghera per conservare l’importantissima e pregevole raccolta di dipinti, volumi, stampe, antichi manoscritti, libri rari, oggi purtroppo perduti.

La villa di Torre de’ Picenardi è sempre stata famosa storicamente per il suo parco, nell’ XIX secolo uno dei giardini più famosi e conosciuti di tutta Italia; l’iniziativa della costruzione si deve ai Marchesi Ottavio Luigi e Giuseppe Picenardi che a partire dal 1772 realizzarono quello che sarebbe diventato uno dei primi e più significativi giardini all’inglese presenti in Italia; vennero innalzate colline, creato un lago e alcuni laghetti, isolotti, prati, sentieri, ponti, viali, ricostruite rovine romane, portate e collocate lapidi originali romane e tanto altro. La maestosa facciata laterale della villa rivolta verso la piazza, opera settecentesca di Faustino Rodi, porta al centro del timpano il grande stemma araldico della casata Picenardi con tutti gli stemmi delle famiglie con essa imparentate sostenuta da due leoni sforzeschi.

La villa di Torre de’ Picenardi rimase proprietà esclusiva della famiglia dei Marchesi Sommi Picenardi per oltre 400 anni, tranne una piccola parentesi nell’800, sino al 1954; dal 1962 è proprietà della famiglia Cassani.

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